Le frazioni alte della destra orografica del tratto di Cordevole che unisce Caprile ad Alleghe, sono collegate da ardite stradine silvopastorali. Queste consentono ai loro abitanti di effettuare l’esbosco per riscaldare le abitazioni durante i mesi invernali.
La caratteristica principale di questi tracciati, poco più larghi di un sentiero è che consentono il passaggio di un trattore da montagna e proprio grazie ad esse oltre alla legna si rende possibile anche il trasporto di attrezzi e materiali necessari a costruire una baita di montagna.
Sono infatti numerose quelle che si incontreranno nei punti più spettacolari del percorso, caratterizzate dalla tipica architettura a travature incrociate. Le frazioni attraversate richiamano sia la bellezza dei luoghi che i sacrifici delle genti di montagna nell’edificare e vivere in questi avamposti abbarbicati sulle pendici della montagna.
Si parte dal centro di Caprile. Attraversato il ponte pedonale sul Cordevole a destra ci si inoltra nel boschetto seguendo il “Sentiero naturalistico Masarè-Malga Ciapela”, la prima parte in piano è ottima per preparare la gamba alle severe pendenze che seguiranno. In corrispondenza del ponte metallico si piega a sinistra verso Pezzè. Seguendo la segnaletica del Cai si raggiunge l’abitato dove una prima fontana risulterà provvidenziale. Lasciando Pezzè, il preesistente ripido sentiero ha ora lasciato il posto ad una nuova strada che sale a “Caraco Cimai”.
La pendenza inizia a farsi sentire e in poche rampe si raggiunge l’aerea frazione di “Caracoi Cimai” dove il panorama, sulla parte opposta della valle non mancherà di rapire lo sguardo. In uscita dal paese si transita a fianco di una fontana e lasciando sulla destra un cartello che indica “Giardogn”, si imbocca la stradina che sale diritta nel bosco. Qui si inizia a fare sul serio! Ben presto le pendenze si fanno incisive e si guadagna quota in maniera repentina.
Raggiunta una bella radura si incontra una prima baita, preso fiato la salita prosegue. Poco sopra, ecco un bivio: a destra si salirebbe verso il Rifugio Sasso Bianco e l‘omonima cima, si continua invece a sinistra seguendo il cartello che indica il paesino di “Bramezza”. Poco dopo un altro bivio; un segno bianco rosso a mezza altezza di un abete indica una stradina a sinistra, ma invece si prosegue dritti in salita mantenendoci sulla stessa carrareccia per raggiungere una serie di radure, ideali per il riposo e la merenda, queste sono caratterizzate dalla presenza di numerose baite private e soprattutto di panorami altamente spettacolari sulla parete Nord Ovest del Civetta e sul massiccio del Pelmo.
La progressione si fa davvero piacevole per la vista e anche per il termine delle difficoltà altimetriche. Più avanti si incontra una “vallina” denominata “Val d’Ajer”, grazie a due tornanti lo si attraversa la zona detritica iniziando la discesa sul versante opposto alla volta di Bramezza.
Si incrocia la nuova strada che sale a Malga Bur e continuando in discesa si è presto in vista del paese. E questo un bellissimo villaggio non raggiungibile in auto ma nella bella stagione sarà facile incontrare qualcuno.
Qui vi sono delle straordinarie architetture da ammirare e prima di scendere a fondovalle un bellissimo regalo: attraversato il paese verso destra si gode di una superba vista su Alleghe e il suo lago.
Si imbocca il sentiero indicato dal cartello che segnala la discesa per Saviner; questo si fa subito piuttosto stretto e richiede attenzione. La forra sottostante determina una vegetazione diversa da quella incontrata finora ma la forte pendenza rende difficili le distrazioni.
Raggiunto Saviner si attraversa la piazzetta e si prosegue diritto imboccando il sentiero lungo la linea delle case finché si incrocia la stradina che costeggia il lago. Al termine di questa in corrispondenza di una casa un altro brevissimo sentiero porta al ponte di corde che attraversa il torrente Cordevole in prossimità della sua foce. Pochi metri lungo l’argine verso Alleghe e un punto di ristoro al centro di un piccolo parco giochi inviterà al meritatissimo riposo.