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Salita alla chiesetta di Santa Susanna

Il tardo autunno e l’inverno sono i periodi migliori per meditare lungo queste antiche tracce. Scoprirete un paesaggio magico, la fredda nebbia del fondovalle celerà il vostro cammino quasi fino a metà percorso, dove con sorpresa vi troverete accecati dal calore del sole con le cime della Valbelluna che emergono come piccole isole in un mare di nubi.

Questo piccolo santuario costruito sopra le rovine di un’antica torre di avvistamento a 929 metri sul Monte Avena è oggetto di numerose leggende popolari. Per la festa del Santuario, che viene celebrata l’11 agosto, i pellegrini salgono a piedi il ripido sentiero, con i devoti che chiedono protezione dalla “toss pagana”, la pertosse, e anche supporto alle neo mamme e ai loro neonati. Nell’800 lungo il sentiero che porta al Santuario vennero erette delle edicole sacre come segnali ai crocevia e punti di sosta. Il luogo era sfruttato militarmente fin dall’epoca romana e per tutto il medioevo e venne dismesso dalla Serenissima Repubblica Veneta. La stessa vasca d’acqua, strana e dalla forma a catino, potrebbe essere stata un braciere per le segnalazioni ottiche.

Questo itinerario, che ha come meta la chiesetta dei Santi Tiburzio e Susanna, è in realtà costellato di numerosi segni della devozione popolare. Dal campo sportivo di Facen, dov'è possibile posteggiare, ci si reca verso la piazzetta e si imbocca la ripida Via Anconetta. Presso un bivio, quasi nascosto da un muretto in cemento, si trova il Sass del Diaol: un masso di porfido sulla cui superficie, in epoca imprecisata, fu incisa una serie di croci sovrapposte. Queste sarebbero interpretabili come segni processionali, per indicare ai pellegrini la via di salita al santuario.

Continuando verso ovest con pendenze più moderate, si raggiunge un capitello in cui la Madonna col Bambino è raffigurata assieme ai Santi Vito e Modesto. Qui si aggira sul retro un’abitazione con un affresco murale di Sant’Antonio da Padova, entrando in un boschetto con carpini bianchi dai fusti costoluti e contorti. Raggiunta un’altra edicola intitolata alla Madonna col Bambino, stavolta accompagnata da San Tiburzio e Santa Susanna, il percorso comincia a salire nel bosco.

Dopo una decisa curva a sinistra, si imbocca un ripido sentiero che prosegue poi con pendenza minore fino ad un crocefisso ligneo. Continuando ci si immette su una mulattiera pianeggiante, che seguiamo per un brevissimo tratto, ritornando più in alto sul tracciato più ripido. Se la giornata è particolarmente umida, ci sono buone possibilità di osservare una vistosa salamandra. Siamo ormai alla fine del percorso. La chiesetta di San Tiburzio e Santa Susanna appare sopra di noi, appoggiata su uno sperone roccioso, in posizione dominante sulla conca feltrina. Essa è inclusa nell’itinerario tematico del Parco “Chiesette pedemontane”, che collega tra loro 13 edifici di culto situati alle pendici delle Dolomiti Bellunesi. Salendo il crinale sovrastante, si raggiunge una strada a fondo sterrato; questa conduce ad un pendio prativo dove sorgono alcune casère, che conservano elementi tradizionali come la copertura a laste di pietra. Da qui si inizia a scendere, superando altri rustici in posizione panoramica e continuando a seguire il tracciato più evidente, che mantiene un fondo sassoso e un andamento a tornanti. L’esposizione meridionale favorisce la presenza di piante che amano la luce e tollerano condizioni di aridità del terreno, come il larice e il ginepro. Per un breve tratto l’itinerario si sovrappone con la Via Tilman, un percorso escursionistico che si snoda tra Falcade e Asiago, dedicato al maggiore inglese che tra il ’44 ed il ’45 fu impegnato nel Bellunese in un’operazione a sostegno della Resistenza.

Giunti ad un piccolo dosso prativo (ore 0.50 da S. Susanna), abbandoniamo la strada che scende verso Fiere per imboccare il ripido sentiero “delle musse”, utilizzato in passato per il trasporto a valle dei carichi di fieno e legna su slitte di legno. Oltrepassate due edicole votive il cammino è accompagnato da piacevoli scorci sul paesaggio rurale. Quindi raggiunta Via Anconetta, nei pressi del capitello, la seguiamo per ritornare al punto di partenza.




APPROFONDIMENTO SU... La devozione popolare a Facen 

La Parrocchiale di Facen è frutto di lavori di ampliamento eseguiti tra il 1866 ed il 1927. Le pareti interne hanno però conservato interessanti tracce di affreschi realizzati tra il XV ed il XVII secolo. Basti ricordare nell’aula la Crocifissione quattrocentesca, i Santi Vittore e Corona cinquecenteschi e l’Annunciazione seicentesca sull’arco trionfale. Uno splendido tabernacolo lapideo del XV secolo è murato nel Presbiterio. Sopra tutti vi è però il Santuario dei Santi Tiburzio e Susanna, eretto da un eremita tra il XV ed il XVI secolo sui resti di un’antica fortificazione. Secondo la tradizione, l’intervento del Demonio durante i lavori formò il Sass del Diaol, pozzo in cui l’acqua piovana raccolta acquistava proprietà miracolose. L’edificio attuale è frutto di vari lavori di ristrutturazione: nel 1863, in particolare, venne aggiunto il pronao a quattro colonne. Sopra l’ingresso sono raffigurati i Titolari. Il Santuario è sempre stato meta di pellegrinaggi da parte delle genti feltrine, specialmente il 1 maggio per le rogazioni e per la festa dell’11 agosto, quando la comunità di Facen vi sale in processione percorrendo l’antico sentiero.


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Salita alla chiesetta di Santa Susanna

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