Verso la fine del 18° secolo, la nobile famiglia dei Gera (originaria dell'alto Cadore) si stabilì nella città di Conegliano.
Bartolomeo Gera, architetto e figura di spicco nell'élite culturale coneglianese, decise di utilizzare le antiche mura di fortificazione per costruire una villa (ispirata alla Palladiana Malcontenta) che fosse adatta a diventare non solo un'abitazione, ma anche un luogo d'incontro e unione per gli amici artisti e letterati. Si affidò all'amico architetto Giuseppe Jappelli per la progettazione e costruzione dell'opera, uno dei massimi esponenti neoclassici che realizzò altre opere importanti tra cui il teatro "La Fenice" di Venezia e il caffè "Pedrocchi" di Padova.
La villa è costituita da una base a griglia quadrata suddivisa ulteriormente in ambienti quadrati. La facciata ben visibile dalla valle è formata da un pronao con otto colonne in stile ionico che sorreggono un timpano, decorato con un bassorilievo che raffigura ,a grandezza naturale, l'allegoria dell'Architettura che accoglie le arti sorelle, quali la pittura, scultura e poesia, scolpite da Marco Casagrande (allievo e grande ammiratore di Antonio Canova).
All'interno, invece, una scala a tenaglia in pietra rossa conduce verso il piano nobile, nella grande salone a vela impreziosito dal soffitto affrescato da Giovanni Antonio De Min, rappresentante scene ispirate al De Bello Gallico di Giulio Cesare:la vittoria sugli Elvezi e il passaggio delle Alpi. Sulle pareti, invece, si possono contemplare due splendidi monocromo: il trionfo a Roma e le Idi di marzo, tratti da De Bello Civili.