Qualche tempo fa un paladino dell’intelligenza artificiale mi ha detto: “se userai l’IA potrai tradurre più velocemente e avrai più tempo per fare quello che ti piace”. E io gli ho risposto: “Ma a me piace tradurre”.
Da questo dialogo è nata l’idea per il sottotitolo del mio libro sulla traduzione: “il piacere di tradurre”. Perché ci tenevo a sottolineare questo aspetto del mio lavoro: il grande piacere che si ricava dal lavorare su opere di grandi autori e autrici (oddio, non sempre grandi, un libro è una relazione e a volte può capitare di non amarlo), il piacere della ricerca, dell’acribia, dell’ascolto dell’altro, il piacere di plasmare la propria lingua per metterla in sintonia con quella altrui.
Faccio questo mestiere da venticinque anni, ho tradotto quasi cento libri, e lavoro ancora con lo stesso entusiasmo dell’inizio, anzi, forse anche di più. E mi piace andare in giro a raccontarlo, perché ho scoperto che fra i lettori esiste un grande interesse per chi, come noi traduttrici, lavora “fra le righe” dei loro romanzi preferiti. Silvia Pareschi
Saremo sapientemente accolti da Chiara Alpago Novello dalle 9:30 per la prima colazione con caffè, tè, tutte le cose buone che servono a cominciare bene la giornata; ore 12.30 pranzo leggero, saluti e brindisi.
